Posts written by Royalsapphire

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    Una vita è stata salvata via chat. Che notizia meravigliosa, vero?

    Ecco l'articolo:

    SVELA IN CHAT I SUOI PROPOSITI SUICIDI: SALVATO
    Genova - Un aspirante suicida di 32 anni stato salvato ieri pomeriggio dagli agenti dell'ufficio prevenzione generale della questura di Genova dopo aver svelato i suoi propositi nel forum di una chat. L'uomo, agli arresti domiciliari e sofferente di depressione, aveva scritto su Internet di "essere pronto a farla finita" e di "voler prendere una dose massiccia di barbiturici". La persona con cui stava chattando, un napoletano, ha percepito la situazione di pericolo ed ha dato l'allarme alla centrale operativa della Questura. I poliziotti attraverso il nickname dell'uomo sono risaliti all'aspirante suicida ed hanno fatto irruzione nella sua abitazione salvandogli la vita.
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    1) Parlatene più che potete. Approfondite la conoscenza. Utile è approfondire la conoscenza di se. Una maggiore conoscenza aiuta a capirsi di più. Effettuate letture di psico-filosofia, partecipate a chat e forum su internet in cui si parla degli argomenti che vi riguardano. In psicologia ciò si chiama psicoeducazione ed è stata dimostrata l'utilità di quest'ultima.

    2) Scrivere un report giornaliero. Scrivere di sè stessi è gia di per sé terapeutico. Inoltre il fatto stesso di concentrarvi per scrivere vi aiuta a scaricare ciò che provate. Giornalmente descrivete accuratamente il vostro stato emotivo. Importante è anche descrivere l'eventuale correlazione fra il patos provato e l'eventuale situazione che l'ha potuto scatenaro. Rileggendo, successivamente, a freddo quello che avete descritto potete "analizzarlo" in maniera più obiettiva.

    3) Rilassarsi. Rilassarsi può essere leggere un libro, guardare un film, uscire di casa, praticare un'hobby o adottare una tecnica di rilassamento. Spesso si pensa che per rilassarsi bisogna praticare necessariamente qualche tecnica, ma non sempre è così. Basta, a volte, una qualsiasi attività od hobby che non pratichiamo per mancanza di tempo, e che invece sarebbe utile per combattere lo stress.

    Edited by Royalsapphire - 16/2/2012, 13:49
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    _La rinuncia è un suicidio quotidiano. (Honorè de Balzac)


    _Nulla nella vita è da essere temuto! Deve solo essere capito! (Marie Curie)


    _Non è perchè le cose sono difficili che noi non osiamo farle. E' perchè noi non osiamo farle che le cose sono difficili. (Seneca)


    _Un uomo che teme di soffrire, soffre già di quello che teme. (Montaigne)


    _Non può vivere senza timori chi è causa del suo timore. (Epicuro)


    _Vivere nella paura equivale a non vivere. (Buddha)


    _La lezione più importante che l'uomo possa imparare in vita non è che nel mondo esiste la paura ma che dipende da noi trarne profitto e tramutarla in coraggio. (R. Tagore)


    _Porto addosso le ferite di tutte le battaglie che ho evitato. (F.Pessoa)


    _Guarda la paura in faccia e questa cesserà di turbarti. (Sri Yukteswar) --> Mah, su questo siamo tutti d'accordo :huh: ?

    Edited by Royalsapphire - 16/2/2012, 13:48
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    L'attacco di panico è una manifestazione d'ansia fortemente intensa, breve e transitoria, (generalmente dura solo qualche minuto) ma che causa, a chi la subisce, una notevole angoscia. Secondo il DSM-IV ( il manuale statistico psichiatrico) si ha la diagnosi di attacco di panico se sono presenti almeno 4 dei seguenti sintomi:

    1) palpitazioni o tachicardia;
    2) sudorazione;
    3) tremori;
    4) dispnea o sensazione di soffocamento;
    5) sensazione di asfissia;
    6) dolore al petto;
    7) nausea o disturbi addominali;
    8)sensazioni di sbandamento, instabilità o svenimento;
    9) derealizzazione o depersonalizzazione;
    10) paura di perdere il controllo o di impazzire;
    11) paura di morire;
    12)parestesie (sensazioni di torpore o formicolio);
    13 brividi o vamapate di calore.

    Se sono presenti meno di 4 sintomi durante l'attacco si parlerà di attacco paucisintomatico.

    L'attacco di panico, a meno che non sia provocato da una situazione altamente stressante o di pericolo (come un naufragio ad esempio), arriva, almeno le prime volte, in maniera improvvisa e del tutto imprevista, come "un fulmine a ciel sereno". L'esperienza soggettiva riferita, piu' comunemente, è di stare sul punto di morire o di subire un infarto miocardico o un ictus cerebrale. Infatti quasi tutti quelli che subiscono il primo attacco si precipitano al pronto soccorso dell'ospedale o chiamano il proprio medico temendo il peggio. Ma puntualmente i primi accertamenti escludono qualsiasi tipo di patologia fisica.

    Edited by Royalsapphire - 16/2/2012, 13:48
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    Ho scelto questo articolo tra tanti, perchè mi è sembrato più completo e pieno di spunti su cui riflettere. Ho pensato che possa essere d'aiuto in qualche modo, a capirsi meglio e a capire meglio le motivazioni degli altri.

    Ecco l'articolo:

    SUICIDIO

    La notizia di un suicidio lascia sempre un senso di smarrimento in chi la riceve. E la domanda spontanea che ci si pone è Perche? Vari sono le motivazioni e provvederemo ad analizzarle una ad una

    Innanzitutto và detto che solo in pochi casi la persona che si suicida lo decide in maniera repentina ed improvvisa. Ciò avviene solo in persone che hanno un grave disturbo psichiatrico (ad esempio depressione) o si trovano ad affrontare situazioni di vita che ritengono estreme ed insopportabili (ad esempio un’improvvisa carcerazione). Il più delle volte il suicidio è la conclusione di un vissuto interiore personale, doloroso e dilaniante, in cui frequenti sono i dubbi sul porre in essere o meno il suicidio. Questo vissuto interiore può essere descritto come una serie di passaggi che descriverò di seguito.

    La morte intesa positivamente.
    In un primo momento la persona che soffre comincia a prendere in considerazione l'idea di suicidarsi, non in maniera veramente intenzionale, ma come una possibile soluzione ai propri problemi ed al proprio dolore. Il suicidio viene visto come un’ultima via di fuga da percorrere nel caso che gli eventi e la propria situazione precipitasse. Ciò da la possibilità d’iniziare ad immaginare la propria morte in maniera positiva. Non si ha più paura di essa, ma la si vede come un’”amica” che ci darà conforto e sollievo. A volte si prendono anche ad esempio suicidi celebri, che hanno rivestito un alone romantico nell’immaginario collettivo. Non da ultimo ci s’immagina come le persone a noi più care e vicine vivranno la nostra morte.

    Si considerano aspetti positivi e negativi del suicidio
    Successivamente, quella che è un’idea di suicidio incomincia a prendere le sembianze di una vera e propria intenzione di porre termine alla propria esistenza. Si valutano pro e contro della scelta finale ci si trova a combattere contro sentimenti opposti , fra la voglia di vivere e quella di morire, fra disperazione e speranza. Ciò viene particolarmente vissuto dalla persona che soffre di depressione.

    Decisione finale.
    Infine, viene presa la decisione di suicidarsi. Spesso, però, anche se si è decisi e determinati, succede che all’ultimo momento l’istinto di sopravvivenza prevale e si ritorna indietro sulla propria decisione.

    Motivazioni del suicidio
    Varie sono le motivazioni che possono spingere una persona a suicidarsi.

    Il suicidio come scelta "esistenziale"
    Taluni ad in certo punto della loro vita non riescono più a trovare un senso alla propria esistenza, non provano più desiderio od emozione per niente. Hanno una vita normale o addirittura soddisfacente, ma è solo apparenza, dietro c’è una profonda insoddisfazione. Queste persone non credono più in niente e in nessuno: si sentono ciniche, disincantate, senza più sogni, soprattutto non provano più amore. Non c’è una grave depressione dietro questo ma uno stato di latente malessere, che nasconde uno stato depressivo diffuso e non conclamato. Ma, mentre nella depressione classica rimane un anelito di protesta e di ribellione verso la propria situazione, in questo caso l' aridità della propria esistenza viene accettata come l'emblema della condizione umana. La persona in questo stato non soffre più, perchè non si lascia più coinvolgere in niente, non si sente più delusa, perché non spera più niente.

    Il suicidio come "reazione".
    In questo caso la persona che pensa di suicidarsi, reagisce ad una situazione che ritiene disperata. Ha subito un trauma, ha perso una persona cara, ha avuto una delusione professionale o personale. A volte i motivi del suicidio possono sembrare banali soprattutto quando posti in essere da un giovane che si può suicidare per una bocciatura a scuola, per una delusione sentimentale o altro. Quello che è importante non è tanto l'evento in sé, ma il significato che questo assume per la persona che sta male. Perciò, può succedere che quello che agli occhi del mondo può apparire come un piccolo insuccesso, abbia un effetto devastante sull' autostima in costruzione del giovane. Un fallimento scolastico diventa allora la prova che si è dei falliti, una delusione d'amore diventa la prova che si ha un carattere poco amabile e che nessuno potrà mai amarci. Si può essere depressi, anche senza che ci sia stato un evento esterno scatenante. Alla base di molte depressioni c'è la mancanza d'amore : chi prende in considerazione il suicidio, sente che a nessuno importa se lui vive o muore. La persona depressa fa un bilancio totalmente negativo della sua esistenza che non offre nessun prospettiva di miglioramento : il futuro sarà orribile come il presente o anche peggio. Il suicidio appare, allora, come l'unico mezzo per porre fine alle proprie sofferenze che vengono vissute come intollerabili. Alcune volte, il suicidio può avere un fine "altruistico": chi si toglie la vita, è sinceramente convinto di essere un fallito e di aver deluso le aspettative degli altri. E' persuaso di essere un peso per i propri cari ed è convinto che gli altri starebbero meglio senza di lui o di lei.

    Il suicidio come "vendetta".
    Spesso le persone che pensano al suicidio non si sentono amate e considerate. Il suicidio diventa l'unico modo per essere finalmente visti e apprezzati dalle persone che li circondano. L'aspirante suicida è convinto che solo con un gesto estremo come quello di togliersi la vita, potrà far sì che gli altri si accorgano finalmente di lui. Il suicidio diventa un modo per vendicarsi dell'indifferenza o della cattiveria di amici e parenti:costoro saranno costretti a vivere tutta la loro vita, portandosi dietro il peso insostenibile della colpa e del rimorso. Spesso, con la propria morte, il suicida vuole colpire la persona che più l'ha fatto soffrire in vita. Ma dietro alla rabbia, c'è sempre una richiesta d'amore: l' aspirante suicida spera di ottenere con la sua morte quell' affetto e quella considerazione che non è riuscito ad ottenere da vivo.

    Il suicidio per "amore".
    Quando si perde una persona (sia come morte che come distacco) che si è amato tanto, la mancanza ed il dolore può essere così forte da decidere di porre fine alla propria esistenza. Ciò è particolarmente vero se si era anche dipendente affettivamente dall’altro.

    Il suicida non desidera realmente morire: vuole solo porre fine ad un dolore insopportabile. Ma quando si è disperati, non si vedono le cose in un modo obiettivo: si pensa che perché il passato è stato brutto e il presente è duro, il futuro sarà altrettanto solitario e privo di amore. Ma nella vita tutto può cambiare, non bisogna mai perdere la speranza. Chi pensa al suicidio vede nella morte la soluzione ai propri problemi, ma il suicidio non è la risposta.

    Di seguito riporto una consulenza pervenutami e pubblicata sul sito http://psicologo.girlpower.it che potrà essere utile a chi deve affrontare per sè o per un'altro una situazione simile.

    "...voglio uccidermi. ogni mattina quando mi sveglio vorrei non svegliarmi vorrei non vivere più. la mia vita è uno schifo tutto quello che faccio è inutile. studio medicina e sono al terzo anno non sono stata capace di superare un esame e ora non riesco più a studiare non reisco ad andare avanti. mi sto ritrovando sola e stando sola ho cominciato a pensare e mi sono scontrata con i miei fantasmi del passato i mostri che tenevo nascosti e mi sono accorta che malgrado ho sempre finto di essere aggressiva sono una persona passiva di merda. stavo con un ragazzo che si vergognava di me abusava solo di me mi picchiava e mi maltrattava e io non riuscivo a reagire anzi. tutto di nascosto tutto sola senza che nessuno sapesse niente ora questo ragazzo che tra le altre cose è un mio collega di università mi ignora e dice che con me non vuole avere niente a che fare che sono noiosa e ripetitiva lui ha passato l'esame e ora si sente ancor più superiore a me non mi chiama più e davanti a me ci prova con delle ragazze mi sta distruggendo mi ha distrutto e non riesco a risalire io ero molto brava in tutto e ora non faccio nient'altro che stare a casa a disperarmi faccio finta di studiare invece fisso il vuoto e voglio morire presto quanto avrò il coraggio di farlo mi ucciderò al mondo non mancherò di certo..."

    "Mi rendo conto che in questo momento della tua vita il suicidio ti sembra l’unica via d’uscita.
    Ma tieni presente che il suicidio è una soluzione definitiva per dei tuoi problemi, che per quanto ritieni gravi, sono temporanei. Quando, in particolari momenti della nostra vita, ci sentiamo particolarmente depressi, ogni problema, piccolo o grande che sia, diventa un macigno insopportabile. Ma fra una settimana o un mese i tuoi problemi ti potrebbero sembrare completamente differenti, potresti vederli sotto una diversa ottica. La maggior parte delle persone che hanno pensato di suicidarsi in un determinato momento della loro vita, adesso sono felici di vivere e si rendono conto che volevano solo smettere di stare male, non cessare di esistere.
    Devi IMMEDIATAMENTE parlarne con qualcuno. Non ce la puoi fare da SOLA.
    Come hai avuto la forza di scrivere questa email (che attesta, appunto, la tua volontà di non soffrire più, non di non esistere) trova la forza di parlarne con un familiare, un’amico, una persona a tè vicina. Se non riesci a parlarne con nessuno di questi, chiedi un’aiuto esterno ad un centro d’assistenza, ad uno psicologo, o a chiunque altro ritieni idoneo. Quando avrai individuato la persona che ti potrà aiutare, parlargli subito dei tuoi sentimenti, di quello che provi in questo momento. Gridagli tutto il tuo dolore.
    Cerca di parlarne anche con un medico. E’ possibile che tu in questo momento stia soffrendo, al di là dei problemi, di una qualche forma di depressione . Se così fosse si tratta anche di uno squilibrio chimico che può essere curato con il supporto di una terapia farmacologica.
    L’essenziale è che superi questa “fase critica” ed il tempo è un fattore importante. Cerca di guadagnare non solo “tempo” ma di fare quello che ti ho indicato in questo “tempo”.
    E ricordati il vero “coraggio” è affrontare il duro ma stupendo “mestiere di vivere”, non affrontare la morte.
    Rimango a tua disposizione, se vorrai riscrivermi."

    Una delle ultime e più belle opere di van Gogh è il Campo di grano con corvi, del luglio 1890, realizzata poco tempo prima del suicidio e giudicata dalla critica il suo "testamento spirituale" e si presta a rappresentare, anche attraverso la descrizione di seguito il tema trattato. Cupa è l'atmosfera. L'artista infatti non vede futuro per la sua esistenza immediata, anche se la sua anima continua ad ardere di un fuoco divoratore.
    Il campo di grano è così mosso che sembra una foresta in fiamme, in cui strade vuote, che portano verso l'ignoto, cercano di farsi largo e su cui volteggiano tristi presagi: i corvi neri appunto, che sembrano arrivare come avvoltoi su un cadavere.
    La strada è senza via d'uscita perché i campi, che esprimono i valori rurali del passato, nulla possono contro i nuovi valori borghesi, rappresentati da un cielo che pare un oceano in tempesta, in cui il chiaro si mescola allo scuro confondendo ogni cosa.
    In mezzo a questo cielo tenebroso macchie bianche indistinte, misticheggianti, sembrano voler indicare gli astri o nuvole minacciose, ma in realtà raffigurano la solitudine dell'artista, ripiegato su se stesso.
    Il campo di grano è l'elegia di uno sconfitto.
    La strada infatti non porta da nessuna parte ed è virtualmente percorsa da una persona, l'artista, che non sa dove andare, né cosa cercare.
    Da notare che prima di realizzare il quadro, van Gogh era andato a far visita al fratello Theo che viveva a Parigi ed era rimasto scosso per le difficoltà professionali di lui e per la salute cagionevole del nipotino Vincent.
    Qualche giorno dopo aver finito l'opera, van Gogh scriverà l'ultima lettera a Theo, in cui dirà espressamente che la sua morte avrebbe posto fine al travaglio della famiglia del fratello: le sue opere sarebbero aumentate di valore e Theo - insieme alla moglie e al figlioletto Vincent - avrebbero potuto condurre una vita migliore (purtroppo anche Theo si ucciderà sei mesi dopo, angosciato per la morte del fratello).
    Insomma van Gogh - se guardassimo l'aspetto contingente della sua esistenza - si sarebbe ucciso prendendo questa nota familiare come occasione per realizzare l'ultima missione della sua vita: lui che non era riuscito, in vita, a realizzare alcunché di socialmente utile, pensava di farlo da morto. In realtà l'occasione è solo un pretesto, in quanto è tipico dei folli trovare delle motivazioni etiche al proprio agire disperato. In filosofia gli esempi più classici sono Kierkegaard e Nietzsche

    Dott. Roberto Cavaliere

    Edited by Royalsapphire - 16/2/2012, 13:47
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    Ecco l'articolo:

    In Giappone cinquanta casi in due anni
    «Voglio suicidarmi»: l'annuncio corre online
    Ciro Milani, 26 anni, di Lecco, si è tolto la vita dopo aver programmato per tre mesi la propria morte su un blog

    MILANO - Quattro euro e novantanove centesimi. Il prezzo di 26 anni di inadeguatezza e di una bottiglia di Martini bianco comprata al supermercato. Ma bere, i problemi li rimanda soltanto. L'eroina, allora. Sì, però gli aghi fanno troppa paura. Neppure Valium, Lexotan e Roipnol servono granché a migliorarle, quelle giornate piene di niente. E dormire non aiuta poi tanto, se la sveglia suona comunque. Ciro Eugenio Milani lo scriveva dal 18 aprile sui suoi blog, che «il suicidio è l’unica vera soluzione». Ecco perché una volta scartati alcol, droga, ansiolitici e tubi da collegare alla marmitta, il ponte sull'Adda si è trasformato in una scelta obbligata: un bel salto e tutto si aggiusta. Si è ucciso così, annunciandolo sul Web, questo ragazzo di Oggiono che dalla provincia di Lecco si era trasferito a Lodi tre anni fa. La notte del 10 luglio ha preso la macchina di sua mamma e ha guidato fino al ponte di Paderno, dopo aver riempito per mesi le pagine online del suo «Primadipartire, diario pubblico di un aspirante suicida». Ha scavalcato il guard rail proprio sotto il cartello che separa Lecco da Bergamo, con una sedia da picnic sottobraccio. Ci è salito sopra e si è buttato di sotto. Un volo di 70 metri: obiettivo raggiunto. Esattamente un anno dopo la morte di un suo amico che il 10 luglio del 2004 aveva deciso di morire lanciandosi da quello stesso ponte.
    IL MANIFESTO ONLINE - Il primo post, Ciro lo aveva pubblicato il 18 aprile. Lo considerava il suo manifesto: «Questo blog non è una istigazione al suicidio. Io, nel pieno possesso delle mie facoltà, scelgo consapevolmente di suicidarmi. Ma non chiedo né consiglio a nessuno di seguire la mia scelta. Il suicidio, per come lo penso io, è una scelta intima e personale». Chiaro, semplice, assolutamente incredibile. Da quel giorno in poi lui - «libero professionista» che dal febbraio del '98 aveva in tasca una tessera da pubblicista rilasciata dall'ordine dei giornalisti della Lombardia - ha continuato ad aggiornare con pazienza certosina il suo diario pubblico. Programmando l'uscita di alcuni messaggi anche «dopo». L'11 luglio, su un altro blog, compare infatti il macabro necrologio post mortem a sua firma: «Già. Me ne sono andato. Kaputt. Quando leggerete queste parole, se tutto va bene, sarò già morto». Il giorno dopo, 12 luglio, quando già la squadra di sommozzatori di Trezzo aveva trovato il suo corpo sul fondo limaccioso dell'Adda, la casella dei messaggi si aggiorna automaticamente: «(Nota: questo ed altri miei post potrebbero apparire nei prossimi giorni: ho impostato la pubblicazione in data futura). Ue’, ciao a tutti. Me ne sono andato. Scusate, ma sono le 2.25 ed ho ancora un po’ di cose da fare. Questi sono dei saluti alla spicciolata. A qualcuno di voi ho spedito cose. A qualcuno ho spedito email. A qualcuno ho preparato qualcosa. Io sono felice così».

    IL CONTO ALLA ROVESCIA - Aprile, maggio, giugno, luglio. Ormai Ciro aveva fatto partire il suo personalissimo countdown alla «deadline» (la chiamava così): una lunga sequenza di messaggi pubblicati e ordinatamente catalogati nell'archivio del blog, una manciata di fotografie che lo ritraggono impietose e che campeggiano ancora su Internet. C'è tutta una vita, su quelle pagine web: qualche amore finito male, un esibizionismo dichiarato («Il mio ego si sta gonfiando a dismisura»), il piano A (farla finita col monossido di carbonio) e quelli di riserva (suicidio in diretta davanti al computer o corrente elettrica), l'intenzione di lasciare qualcosa di scritto alla famiglia e a chi gli voleva bene, gli interrogativi più ricorrenti riportati in una lucidissima lista di domande e risposte sulla scia delle più classiche Faq (le Frequently asked questions), i commenti (che piovono ancora adesso) dei visitatori interessati alle varie «tecniche» e di quelli che non hanno mai creduto a una sola parola di ciò che leggevano. E poi, soprattutto, le sue motivazioni. Per convincersi che una morte a orologeria, programmata fin nei minimi dettagli, sarebbe stata comunque preferibile a una vita inconsistente: «Sono più vicino ai 30 anni che ai 20, quindi probabilmente ho già trascorso almeno un terzo della mia esistenza. Un terzo della mia vita: il terzo in cui si cresce, si formano le amicizie, si studia, ci si innamora. Che bilancio posso valutare di questi anni? Un approssimativo “così-così”. Le cose miglioreranno, in futuro? Sono portato a credere di no».
    IL SOPRALLUOGO - E così scatta la ricerca del «posto migliore». Ciro l'ha trovato e il 26 giugno è davanti al computer a scrivere: «Stanotte ho fatto un sopralluogo preliminare al luogo deputato al mio salto nel vuoto... Devo ancora risolvere un problema molto pratico: per saltare di sotto devo scavalcare un parapetto alto un metro e 60 centimetri. Non sono bravo a scavalcare ringhiere, come posso fare?». La risposta arriva da Fra, uno dei suoi più assidui lettori: «Il rimedio per il muretto alto secondo me è una di quelle sedie ripieghevoli sono giusto quei 40 cm che ti mancano». Letto, fatto.

    I SUICIDI COLLETTIVI - A Ciro scrivevano in tantissimi, lo conoscevano tutti come Luca K., il nickname che aveva scelto per sé. Molti lo ammiravano («Che blog spettacolare!»). Altri cercavano di convincerlo a rinunciare a quel progetto assurdo («Sto pensando di denunciare questo blog alla Polizia Postale...»). Tanti gli vomitavano addosso il proprio disprezzo e lo consideravano un bugiardo mitomane patentato («Ammazzati. Levati dalle palle! Fai come vuoi! Ma che senso ha questo blog?»). In pochi riuscivano a comprendere il suo stato d'animo perché si erano trovati nella stessa angosciante situazione decine e decine di volte e a lui chiedevano persino consiglio («Non hai paura di buttarti? io quando ci ho "provato" il coraggio ce l’avevo ma è la paura che mi ha fottuto. Il mio piccolo catorcio sarà la mia tomba. A proposito volevo chiederti una cosa, per sigillare il tubo al finestrino secondo te devo usare solo il nastro adesivo?»). Qualcuno si è anche spinto ad ammettere la stessa determinazione nel volersi suicidare: «Sarà l'ultimo fine settimana con i miei genitori. Non ho intenzione di arrivare oltre luglio, penso comunque di dover fare alcune cose prima di...». Oppure: «È solo questione di settimane, dovremmo esserci». E ancora: «Cambiano i venti e le stagioni, ma ciò non basta a mutare il nero che si ha dentro». Un grido collettivo e virtuale. Come quelli lanciati in Giappone dal 2003 a oggi: una lunga catena di suicidi «in comune» pianificati in Rete. Cinquanta casi in due anni. Inconcepibili progetti di morte realizzati tramite appuntamenti online, con il disincanto dell'età adulta o con l'assoluto candore dell'adolescenza: «Ho 15 anni, voglio morire, cerco qualcuno che lo faccia con me».

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    Cosa pensare di quest'ultimo articolo?
    Io penso soltanto che sarebbe fantastico se, al posto di una "catena di suicidi programmati e organizzati in rete", si riuscisse ad attuare una catena di salvataggio degli aspiranti suicida!! Magari fosse così semplice. Magari la vita non facesse così paura....
    Però, solo se cominciamo a cambiare noi stessi, riusciremo a cambiare il mondo!

    Edited by Royalsapphire - 20/12/2011, 03:01
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    Un ragazzo di 19 anni è morto, per un colpo di pistola alla testa, mentre cercava di bloccare un amico che voleva suicidarsi. E' accaduto mercoledì notte a cascina Bottedo, in provincia di Lodi. Secondo una prima ricostruzione, lo sparo sarebbe partito accidentalmente. Inutili i soccorsi: quando l'ambulanza è arrivata il giovane era già morto.
    Il ragazzo stava passando la serata assieme a due amici, quando uno di loro avrebbe estratto una pistola e avrebbe manifestato l'intenzione di uccidersi per motivi di cuore.

    Nel tentativo di calmare e disarmare il potenziale suicida, dalla pistola sarebbe però partito un colpo che avrebbe ferito mortalmente il 19enne alla testa.
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    Data la tarda ora, non mi dilungherò molto (spero)!
    Torno proprio ora da una diatriba sull'atteggiamento della new generation, ovvero sull'atteggiamento delle ragazzine del duemila! Io a confronto, alla loro età ero quella che oggi si può graziosamente definire "una sfigata mondiale"! E loro sono quelle che alla mia epoca erano considerate delle "sciacquette"!!!
    Jeans attillati, gonne ingunali e trucco da vamp, avete notato che le bambinelle che si vedono in giro, sembrano delle vere e proprie "piccole donne"?
    Dove voglio arrivare?? Al fatto che l'abito non fa il monaco, ma l'atteggiamento sì! E se parlassimo di atteggiamento, cari miei, riempiremmo intere biblioteche di argomenti trash... Sempre pensando alla ragazzina sfigata che sarei stata al giorno d'oggi, vogliamo parlare di parolacce? Vogliamo parlare di "educazione sessuale"? Zero, è la risposta esatta! Zero erano le parolacce che sapevo fino a che non sono andata alle medie e zero era la cultura sessuale che avevo fino a che non sono entrata in seconda liceo classico!! Certo, io non sono mai stata un'arca di scienza! E non sono mai stata la prima della classe, o la prima in generale, ma vogliamo paragonare il garbo, il modi, e i costumi di allora, alla sciatteria, civetteria e prematurità con cui le ragazzine si concedono ai ragazzi? Che poi, oggi si vede proprio di tutto! Ragazzine che stanno con uomini. Donne che stanno con poppanti...
    Tutto questo incentiva la perversione e la pedofilia! E perchè no, anche lo stalking.
    Sicuramente in questo pazzo mondo ci sarà chi la pensa come me e chi no! Ma io penso che la sfacciataggine e la leggerezza e l'atteggiamento provocante delle ragazzine d'oggi, abbia esasperato ancora di più il gene della perversione che si annida nella gente malata.
    E poi scusate se intrometto un altro concetto che non c'entra nulla, ma dov'è finito il romanticismo?
    Direi che la fine del romanticismo e del Vero Amore, abbia contribuito a spargere quel senso di vuoto e di abbandono che causa tanta depressione e solitudine nei cuori di molti giovani. Questi che fanno? Finiscono dallo psicologo, ma convenite con me che in questi casi lo psicologo non c'entra! Anzi spesso aggrava la situazione! Come un farmaco dato a una persona sana!
    Mah!
  9. .
    In questo momento sto al telefono con un mio "amico" che mi sta letteralmente massacrando!!!!!!!!
    Uccidetemi per aver fatto amicizia con lui!! E per avergli offerto una mano, ora lui si sta tirando dietro anche il braccio. Aiuto!!!!! Dio che nervi. Perchè quando si vuole aiutare qualcuno, si deve rimanere vittima della stessa vittima che si aiuta?
    Massacro è la parola giusta! Ci credete che mentre che lui parla, a tratti mi viene da ridere?
    Ho raggiunto il mio scopo, dice! Ma che sta dicendo?
    Non sono mica invidioso della tua fortuna. Continua a dire. Nooooo certo che non lo è!!!
    La verità è che è un gatto isterico!!
    "Volevi che io uscissi di scena...che mi togliessi dalle scatole..." mi ripete. Ma che persona è?
    "A me dispiace perchè io ci ho creduto veramente... le persone non si trattano come gli animali, bisogna trattarle diversamente." Proprio lui me lo viene a dire, che sa bene che io tratto gli insetti - manco gli animali - come fossero persone! Infatti si riferiva di certo al suo rapporto con gli animali!!
    "Non mi vendico" finisce di dire. Non avrei mai immaginato che mi sarei sentita dire certe cose.
    "Sei una brava persona...in bocca al lupo per tutto" conclude, e io subito lì a toccarmi il seno e a fare corna!

    Uccidetemiiii :'(
  10. .
    Ho visto non so quante volte questo film. E ogni volta ho avuto sensazioni e pensieri diversi...
    Queste sono due parti molto significative, che certamente invoglieranno chi non ha mai visto questo film, a guardarlo in streaming o a scaricarlo da internet... e perchè no, a comprarlo originale, come ho fatto io : )!



  11. .
  12. .
    Ho scoperto il significato di questa parola all'università... Prima, non immaginavo nemmeno cosa significasse voler farsi del male apposta! Oggi credo che non ci sia un solo motivo nel farlo! Credo che non tutti lo facciano per sentirsi meglio! Credo che tutti abbiano motivi diversi. Motivi folli, o disperati, o irrazionali...
    Non posso sapere quali siano i motivi degli altri. Ma ricordo bene quali furono i miei...
    Ebbi un solo motivo che mi spinse a fare ciò che ho fatto: La voglia di punirmi!
    Lo stress era alle stelle. Non avevo potuto scaricarlo con nessuno. Dentro nutrivo un profondo senso di colpa. In realtà, ho sempre provato un perenne senso di colpa, e qualunque cosa facessi, pensavo non fosse mai abbastanza, o non fosse la cosa giusta... Poi arrivò un evento che mi diede il colpo di grazia. In quella situazione, pensavo non ce l'avrei fatta a superare i miei problemi. E allora mi sentii una fallita, un'incapace;ciò dato anche dal forte stress provocato dal fatto che da giorni non mangiavo, non dormivo, non uscivo, non vedevo la luce del sole, non parlavo con nessuno. Insomma, non vedevo, nè pensavo più a qualcosa di psitivo.. e peggio, non vedevo futuro! In quella circostanza, nutrii il dovere di punirmi! ..E con le forbici dell'astuccio di scuola mi graffiai l'avambraccio. Mentre o facevo, dicevo a me stessa, "è questo ciò che ti meriti" .
    Il giorno dopo mi sentii uno schifo!
    Provai un grande dispiacere per quello che avevo fatto al mio povero corpo. Capii che non era colpevole. Che era stato anzi vittima della mia ferocia. Vittima di una mente malata! Ho baciato e carezzato le mie ferite ogni giorno finchè non guarirono.
    Credo che mai più farò una cosa del genere, anche se un giorno dovessi sentirmi nuovamente in colpa per qualche motivo.
    Ho imparato sulla mia pelle che è sbagliato agire così! E' sbagliato perchè nessuno merita una simile violenza! Neanche il più piccolo degli insetti. E saper affrontare le difficoltà della vita, significa anche questo: non farsi del male, nè fare del male! Ma cercare di capire i propri errori e cercare di guardare la realtà in maniera oggettiva, cosa molto difficile, dal momento che siamo tutti abituati a guardarla con una tal soggettività! Influenzata dallo stato d'animo del momento, dai propri pregiudizi, da chi ci sta intorno, da ciò che leggiamo e vediamo in tv... Da tutto insomma! Cerchiamo di ragionare con la nostra testa e di valutare se veramente ciò che crediamo corrisponde al vero!
    E soprattutto, mai spazientirsi con se stessi e con gli altri! Siamo esseri viventi, non siamo Dio! E quindi gli errori fanno parte della nostra vita! Non perdiamo mai la voglia di ricominciare! Non perdiamo mai la voglia di apprendere! E troviamo il coraggio di ammettere che abbiamo sbagliato, per poter chiudere la faccenda e lasciarcela alle spalle, così da poter ricominciare a vivere il presente, guardando il futuro con gli occhi di una persona migliore__


    Edited by Royalsapphire - 13/11/2012, 22:15
  13. .

    Riporto alcuni articoli di cronaca trovati nel web, abbastanza recenti:

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    RAGAZZINO QUATTORDICENNE SUICIDA SOTTO IL TRENO
    Tragedia questa mattina presto. Un suicidio di un ragazzino di 14 anni sulla linea ferroviaria Bologna-Rimini ha causato ritardi e cancellazioni di treni, prima del ripristino della circolazione. L'allarme e' stato dato dal macchinista di un convoglio merci attorno alle 5.45, che ha visto i resti sulla massicciata a Mirandola di Ozzano. Secondole prime informazioni il suicida aveva appoggiato la testa su un binario e questo spiegherebbbe perche' il conduttore del treno che lo ha investito non si sia accorto di nulla. La circolazione e' stata interrotta nei due sensi di marcia per 20 minuti e poi e' proseguita a senso unico alternato sull'altro binario fino alle 8.40. Quattordici treni hanno subito ritardi di circa 30 minuti, cinque sono stati cancallati, due sulla Bologna-Rimini, tre sulla Bologna-Imola. Tre treni invece hanno dovuto fare fermate straordinarie per sopperire alle cancellazioni.
    Secondo i primi accertamenti si tratterebbe di un ragazzino di 14 anni, i cui genitori a Prato mercoledì hanno denunciato la scomparsa. Il ragazzo era sdraiato sulla massicciata, a 5 km dalla stazione di Bologna, con la testa appoggiata sui binari. Pare inoltre che i genitori avessero manifestato ai carabinieri timori che potesse avere intenzione di togliersi la vita. Indaga la Polfer. A Prato gli psicologi stanno assistendo i compagni di scuola del ragazzino.
    Il quattordicenne di Vaiano (Prato) il cui corpo e' stato trovato stamani sui binari nei pressi di Bologna aveva preso un brutto voto a scuola: un quattro e mezzo nel compito di matematica. Era la prima prova scritta fatta al liceo linguistico 'Copernico'. Secondo quanto appreso nel suo astuccio portapenne e' stato trovato un promemoria: l'itinerario che il ragazzino voleva percorrere fino a Bologna per suicidarsi. Nel biglietto non e' specificato il motivo del gesto ne' e' riportata la preoccupazione per il brutto voto.

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    SI TOGLIE LA VITA A 15 ANNI
    Se i motivi di un suicida sono spesso difficili da interpretare, le ragioni che portano un quindicenne a togliersi la vita sconfinano nel mistero. Ed esattamente un enigma è la fine di un quindicenne di Castelnuovo Scrivia che ieri si è impiccato in casa.
    Indagare le ragioni del gesto, dunque, non è al momento possibile. Quello che resta è l'agghiacciante cronaca di questa fine. Il quindicenne, ieri mattina, era a scuola, e nulla faceva presagire ciò che sarebbe accaduto. Frequentava il liceo scientifico a indirizzo tecnologico "Marconi" di Tortona. Il preside, Carlo Arzani, ieri pomeriggio ha spiegato: «Ho controllato, per scrupolo, il registro di classe. Non è mai stato citato, per episodi particolari, in tutto l'anno scolastico. Non so darmi una spiegazione».
    Terminate le lezioni, il ragazzo è stato portato a casa da un'amica di famiglia, che gli ha dato un passaggio in auto. I genitori, infatti, lavorano entrambi. Sono funzionari statali, il padre lavora ad Alessandria, la mamma a Tortona. Cosa sia accaduto tra l'arrivo a Castelnuovo e il rientro del padre, rimane un mistero. Purtroppo, quando il papà è entrato nel cortile di casa, intorno alle 14.30, si è trovato davanti agli occhi una scena straziante. Il quindicenne aveva fissato una corda al ramo di un albero e si era impiccato.
    L'allarme è stato immediato; l'uomo ha subito chiesto l'intervento del 118 e la centrale operativa di Alessandria ha inviato un'ambulanza e un'automedica a Castelnuovo Scrivia. Il medico rianimatore ha messo in atto tutte le manovre necessarie, ma non si è riusciti a strappare il giovane alla morte. Il corpo è stato ricomposto e sarebbe stato trasferito alla camera mortuaria dell'ospedale di Tortona. E' probabile che la Procura della Repubblica, data la situazione, disponga l'autopsia. La notizia ha iniziato a circolare per Castelnuovo Scrivia, suscitando grande cordoglio tra i cittadini. La famiglia del quindicenne, infatti, è conosciuta e apprezzata. A rendere, se possibile, ancora più penosa la vicenda, il fatto che l'adolescente fosse figlio unico.
    Immediatamente, per un meccanismo innato, si è cercato di dare una spiegazione a una vicenda assurda. E' anche circolata la voce di un rimprovero che il ragazzo avrebbe subìto a scuola, ieri mattina, ma il particolare non è stato confermato dal preside. E, se anche ciò si fosse verificato, non si è trattato di un episodio tanto grave da giustificare una decisione estrema.


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    SI UCCIDE A 15 ANNI GETTANDOSI DAL SESTO PIANO
    Dramma all'ora di pranzo in via Bertoletti. Un 15enne si è suicidato lanciandosi dal sesto piano del palazzo in in cui abitava con i genitori. Non si conoscono le ragioni del gesto
    Un ragazzo di 15 anni si è ucciso gettandosi dal settimo piano del palazzo in cui abitava con i genitori, nel centro di Torino. E' successo quest'oggi all'ora di pranzo. Il ragazzo, figlio di un maresciallo dell'Esercito, era studente in un istituto superiore della città. Il padre è maggiore del Genio guastatori, il corpo dell'esercito che si muove per disinnescare e fare brillare ordigni.Il ragazzo si è lanciato dal settimo piano di casa sua in Via Bertolotti, nei pressi di piazza Solferino. La polizia, intervenuta sul luogo del suicidio, sta indagando sulle ragioni del gesto, che al momento appaiono oscure. Alla madre non risulta che il giovane avesse particolari problemi. Forse, ma è solo una prima ipotesi, un cattivo risultato scolastico potrebbe aver spinto il giovane a farla finita.
    Il nome del ragazzo è Giordano Tiracorrendo. Studiava all'Avogadro in corso San Maurizio. Difficile credere che sia bastata un'insufficienza nell'ultima pagella per spingere il 15enne al tragico gesto. Ieri Giordano è tornato a casa un po' prima del solito. Pareva tranquillo, nei giorni precedenti tutto sembrava normale. Invece è uscito sul balcone e si è lasciato cadere nel vuoto. Forse c'è anche una testimone, una donna che vive in un palazzo vicino. Il preside della scuola in cui studiava Giordano non si capacita: "Era integrato, andava d'accordo con i compagni e frequentava la scuola con buon profitto", racconta sotto choc.
    Non verrà avviata alcuna ulteriore indagine se non l'espletamento delle pratiche del caso per fatti del genere", riferiscono dalla questura. Il caso è chiuso, e forse sarà per sempre impossibile sapere cosa è passato nella testa di Giordano in quei tragici momenti.


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    QUINDICENNE SUICIDA
    Tragedia nel primo pomeriggio di oggi a Torrione, quartiere di Salerno. Un ragazzo di 15 anni, studente liceale, si e' lanciato da una finestra delle scale, tra il secondo e il terzo piano, ed e' morto. Il tragico gesto e' avvenuto intorno alle ore 13, il ragazzo, ha scelto l'edificio dove vive la nonna per mettere in pratica il gesto estremo.
    Studente liceale al quinto ginnasio, il giovane ha spiegato le ragioni del suo gesto in una lettera trovata nella tasca del pantalone dagli agenti delle 'volanti' della Questura di Salerno accorsi subito dopo la tragedia. E' stato un vicino ad avvertire il 113, corso nel cortile subito dopo avere udito il tonfo. La lettera e' stata poi consegnata dalla polizia ai pm della Procura salernitana.
    Alla base del tragico gesto non ci sarebbero ne' motivi sentimentali, ne' litigi con i famigliari, ne' motivi scolastici anche perche' era ritenuto un bravo studente. Probabilmente un diffuso senso di malessere ha generato la decisione che, gia' da tempo, come e' spiegato nella lettera, voleva mettere in pratica. Tra i primi ad accorrere la madre, il padre dirigente di una societa' importante impegnata nel campo navale di livello mondiale. Al momento del suicidio la nonna del ragazzo non era in casa. Lo studente aveva due fratellini piu' piccoli di lui.



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    SI UCCIDE CON I LACCI DELLE SCARPE
    Ha compiuto il gesto estremo senza che nessuno potesse sospettare nulla, senza che nessuno si fosse accorto di quanto stesse soffrendo, di quanto quel dolore gli sembrasse insostenibile.
    E’ successo a Bari, dove un ragazzino di appena quindici anni si è tolto la vita in una zona alberata nei pressi della sua scuola. Nella sua stanza la famiglia ha ritrovato un bigliettino: “Addio”.
    Il corpo privo di vita è stato ritrovato da una pattuglia della Polizia municipale; inutili sono stati i tentativi di rianimare il giovane, che ormai era già morto. Subito dopo sono giunti sul posto i familiari, decine di amici e conpagni di scuola, tutti ancora sotto choc. Nessuno aveva sospettato che un ragazzo, descritto come solare, sorridente, pieno di voglia di vivere, potesse arrivare a tanto, senza alcun motivo.
    L’unica chiave di lettura che gli inquirenti hanno potuto dare all’indagine, in seguito agli interrogatori di chi conosceva bene il quindicenne, sta nella delusione d’amore avuta qualche giorno prima, che probabilmente ha fatto scattare qualcosa, nell’animo di quel ragazzo così sensibile, portandolo al più drastico ed estremo dei gesti.
    Non ci sono dubbi sul fatto che si tratti di un suicidio, confermato dal bigliettino ritrovato in casa. Per questo motivo, il PM ha deciso di non disporre l’autopsia e di autorizzare i funerali.

    Edited by Royalsapphire - 18/11/2011, 01:13
  14. .
    Ciao!

    MyHelp Forum è nato come luogo per potersi sfogare. Un luogo per tutti coloro che sono caduti in una delle tante trappole della vita e che non vedono altra via d'uscita che la morte. Ciò vale sia per chi ancòra soffre e vuole sprigionare quello che ha dentro, sia per chi è riuscito a uscirne, e vuole raccontare la sua storia per essere d'aiuto!
    Tante sono le vie tenebrose che possono condurre alla morte: solitudine, depressione, malattia...
    Spesso capita che siano i giovanissimi a caderci! Perchè? Perchè quando si è giovani si è così fragili, e così inesperti della vita!
    Le tante sofferenze non devono essere misurate nella loro oggettività, ma nel peso che queste hanno su ognuno di noi! Perchè anche se oggettivamente possono sembrare l'una più importante dell'altra, gli effetti ottenuti sulla persona possono essere i medesimi!
    Può capitare di trovarsi in un momento della vita, in cui ci si sente sfiniti! Senza forza! Senza più voglia di rialzarsi! Un momento della vita, in cui il dolore è così grande, che si spera nella morte per non sentirlo più! Si spera nella morte per trovare finalmente un po' di pace! Lontano da tutti quei tormenti, ormai divenuti insostenibili!
    MA è sbagliato cercare la morte! E' sbagliato avere la presunzione di credere che le cose andranno come ce l'aspettiamo!
    Se c'è chi cerca la morte perchè da solo non ce la fa, allora è bene che prima di gettarglisi tra le braccia, cerchi qualcuno che lo aiuti! Che ascolti i motivi che lo spingono a questo gesto estremo, e che gli mostri che gli ostacoli possono essere superati!
    Quanti siamo nel mondo? 7 miliardi di esseri umani?! Ebbene, siamo così tanti, che proprio è impossibile credere che non ci sia qualcuno disposto ad aiutare chi è in seria difficoltà! Anche se si tratta di uno sconosciuto che vive a chilometri di distanza! Se vedete che c'è chi non riesce a uscire da una situazione dalla quale voi sapreste come svincolarvi, non lo aiutereste? io dico di sì!
    Questo forum vuole offrire ascolto a chiunque ne abbia bisogno. Chiunque vi entri però, non è solo un paziente, è anche un medico! Perchè, chiunque necessiti di ogni tipo di sostegno è un paziente ma allo stesso tempo, se si incarica dell'aiuto degli altri, anche solo ascoltandoli, ecco che diventa un medico. In fondo, un medico non è qualcuno che aiuta qualcun altro?

    Edited by Royalsapphire - 7/10/2014, 16:34
3854 replies since 8/11/2011
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